martedì 27 luglio 2010

Conosci i tuoi polli? - III PARTE

...SEGUE
LE GALLINE OVAIOLE
Le compagne ovaiole dei poveri broiler nuotano in acque altrettanto putride. In natura le galline camminano per lunghe distanze e passano gran parte del loro tempo alla ricerca di cibo, vivono in piccoli gruppi con un'organizzazione sociale complessa basata su una chiara gerarchia, cercano luoghi appartati dove creare i nidi per deporre e covare le uova e usano gli alberi per appollaiarsi al riparo dalle minacce dei predatori durante la notte. Le galline hanno un forte bisogno di distendere le ali, hanno una buona cura delle loro penne e fanno regolari bagni di terra. Nelle sterili gabbie di batteria in cui sono destinate a vivere, nessuno di questi comportamenti è possibile.
Ogni anno sul territorio dell'Unione Europea vengono allevate oltre 400 milioni di galline ovaiole, delle quali il 68% è confinato a vivere nelle gabbie di batteria degli allevamenti intensivi. All'età di 120 giorni le galline vengono introdotte negli allevamenti costituiti da capannoni capaci di contenere migliaia di animali. Il numero di capi dipende dalla grandezza dello stabilimento: per una capannone medio di 110x15 m si possono raggiungere 70,000 esemplari[1].
La vita di ogni gallina trascorre su una superficie di 550 cm^2 (che troppo spesso viene ridotta a 450 cm^2), poco meno di un foglio A4, nella quale è impossibile per l'animale compiere ogni genere di movimento, anche il più basilare come aprire le ali, camminare o semplicemente girarsi nella gabbia senza difficoltà. Sono obbligate ad una sola posizione: in fila lungo la mangiatoia. Le gabbie possono ospitare tre - quattro esemplari e sono accatastate in pile da tre - cinque file (in America si va da tre a nove, in Giappone si arriva fino a 18 file in altezza[2]) all'interno di grandissimi capannoni privi di finestre, nei quali è necessaria la ventilazione forzata, dato l'altissimo livello di ammoniaca prodotto dalle deiezioni degli animali.





Il pavimento in rete metallica della gabbia, necessario per far scivolare via feci e urina, provoca gravi lesioni e deformazioni ai piedi e alle unghie degli animali. In natura le unghie delle galline si consumano durante la ricerca di cibo, nelle gabbie di batteria ciò non avviene e le unghie crescono a dismisura fino a ritorcersi e spezzarsi con gravi conseguenze sanitarie. Piedi e zampe danneggiate riducono la possibilità delle galline di muoversi e talvolta di svolgere esigenze fondamentali quali la ricerca del cibo e dell'acqua. Il pavimento di rete metallica, inclinato per permettere alle uova di rotolare verso la parte anteriore della gabbia, rende più difficile per gli animali lo stare dritti in maniera comoda.

Zampe deformi ricurve attorno alla rete

http://www.goveg.com/photos_chickens.asp

Il continuo agitarsi e sbattere dell'animale contro le pareti della gabbia è causa di abrasioni, ferite e perdita del piumaggio nelle ali e in vaste zone del corpo. L'immobilità forzata provoca atrofia dei muscoli delle ali e degli arti inferiori. A causa dell'elevata produttività, le galline accuseranno una continua perdita di calcio - necessario per formare il guscio delle uova - fino a sviluppare gravi forme di osteoporosi: molte galline finiscono così per rimanere paralizzate, fino a morire di fame e di sete senza che nessuno intervenga.

Infezioni dovute alla presenza di ammoniaca e gas tossici provenienti dalle deiezioni


Anche le galline ovaiole vivono sotto costante illuminazione artificiale, 20 ore al giorno. In questo modo i produttori di uova riprogrammano l'orologio biologico delle galline per costringerle a deporre più uova, più in fretta e soprattuto contemporaneamente con le loro vicine. Una gallina che vive in natura d'inverno fa pochissime uova semplicemente perché la giornata è corta e manca luce, fondamentale per stimolare una maggiore produzione ormonale e quindi l'ovulazione. Negli allevamenti intensivi è estate tutto l'anno. L'illuminazione artificiale ininterrotta stimola continuamente l'apparato endocrino, con conseguente aumento dell'ovodeposizione.
Le uova vengono immediatamente sottratte alla gallina che così perde completamente l'istinto della cova e, sempre più confusa, continua a produrne altre ininterrottamente, quasi 300 l'anno, due o tre volte in più di quante ne avrebbe prodotte in natura. L'illuminazione continua causerà anche a loro tutti i disturbi precedentemente descritti. Non ci sarà salvezza, né sollievo.
Le galline ovaiole vengono macellate dopo il primo anno di produzione (circa a 70 settimane) perché nel secondo non produrrebbero altrettante uova: l'industria ha stabilito che è più economico macellarle e ricominciare tutto daccapo piuttosto che tenere e nutrire galline sane, più longeve e che depongano meno uova. Tuttavia viene spesso indotta la "muta forzata" per prolungare la produttività delle ovaiole. In natura la muta avviene una volta all'anno allo scopo di rinnovare il piumaggio, ricostituire l'apparato riproduttivo e rinforzare lo scheletro. Negli allevamenti, quando l'ovodeposizione diminuisce si spengono le luci, buio totale. Le galline vengono alimentate con una dieta povera di proteine, quasi da fame, in modo da indurle ad una muta anzitempo. Dopo un paio di settimane (che possono diventare un mese o due a seconda della tecnica utilizzata), quando hanno perso tutte le piume, l'attività delle povere ovaiole riprende a pieno ritmo per altre 24 - 28 settimane[3]. Poi la pace. Verranno vendute come carne di seconda scelta perché troppo magre e sciupate.

Muta forzata per incrementare la produzione di uova

http://www.goveg.com/photos_chickens.asp

Oltre alle crudeltà mentali inflitte a questi poveri animali, l'ambiente in cui vivono comporta anche gravi problemi di benessere fisico. L’affollamento, lo stress e le condizioni innaturali di vita mettono a dura prova l’organismo degli animali. La  loro capacità di resistenza agli agenti patogeni viene fortemente indebolita. Il controllo e la cura di ogni singolo volatile è impossibile. Gli allevatori non riescono ad individuare l'animale malato tra le migliaia di animali "sani" per cui la profilassi viene eseguita su tutti indistintamente. La guerra alle infezioni batteriologiche andrà avanti dal primo all’ultimo giorno di vita con gli antibiotici immessi nei mangimi. Per contrastare i virus questi animali vengono imbottiti di vaccini che soffocano la manifestazione esterna del virus, consentendo così che animali solo apparentemente sani siano regolarmente commercializzati, con il rischio che il virus si trasferisca dall’animale all’uomo. Ai pulcini destinati alla produzione di uova verranno iniettati i primi tre vaccini entro le prime due ore di vita. Prima di deporre il primo uovo all'età di 120 giorni, la gallina avrà ricevuto più o meno 20 vaccinazioni[4].
Per i broiler gli antibiotici vengono utilizzati anche per spingere la crescita: la somministrazione di alcune molecole determina l'assorbimento di acqua all'interno delle carni con conseguente aumento del peso, a discapito della salute degli animali (e della nostra)[5]. Per nutrirsi e gonfiarsi hanno a disposizione esclusivamente mangimi industriali, addizionati con prodotti chimici per aumentarne l’appetibilità. Il mais e la soia, che sono i componenti principali (fino al 60-70 per cento), spesso sono in grandissima parte di importazione e di produzione transgenica, perché costano meno. Le normative permettono che i mangimi per pollame possano contenere farine di carne e pesce, olio esausto e grassi di origine animale. Anche le proteine animali derivate dagli scarti della macellazione dei polli uccisi in precedenza (interiora, teste, zampe…) rientrano nella composizione del mangime, inducendo di fatto gli animali al cannibalismo. L'olio esausto di motore, entro i limiti consentiti dalle legge, può essere utilizzato per sfamare i polli[6]. Per ottenere uova dai tuorli gialli brillanti, gli allevatori somministrano alle ovaiole mangimi simili a quelli dei broiler ma arricchiti con dei coloranti[7].
L'autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha pubblicato i risultati di un'indagine effettuata in 561 macelli dell'Unione Europea oltre che in Norvegia e in Svizzera[8]. Tutti gli stati membri che hanno partecipato all'indagine hanno riferito la presenza di Campylobacter nei campioni di polli raccolti. Anche Salmonella è stata rinvenuta ma con minor frequenza. Campylobacter, Salmonella typhimurium e parathyphimurium, Escherichia coli sono i principali agenti patogeni, derivanti principalmente dal consumo di prodotti animali, che hanno sviluppato resistenze agli antibiotici e che rappresentano di conseguenza un pericolo per la nostra salute.
In questi allevamenti la morte di un volatile è un evento frequente, ma il valore economico di un singolo uccello è così basso che anche la morte di numerosi di essi non giustifica le spese necessarie per migliorare la vita degli animali. Quotidianamente gli allevatori devono raccogliere e buttare gli animali morti o in fin di vita. I broiler che non crescono indicato nel manuale di istruzione e le galline poco produttive, vengono raccolti e soffocati in sacchi di plastica o gettati direttamente nei bidoni della spazzatura.
Questo è il modo in cui vive il pollo che mangiate. La fantomatica (naturalissima) catena alimentare tanto decantata come spiegazione (o giustificazione) del perché l'uomo mangia carne è questa: animali creati in laboratorio che non riescono a camminare, a riprodursi (ovviamente la riproduzione avviene per inseminazione artificiale), che costringiamo a vivere in condizioni innaturali, insopportabili, in spazi strettissimi; nessuno gode dell'aria aperta o del calore del sole; nessuno è in grado di esprimere i comportamenti della specie come nidificare, stare appollaiato, esplorare l'ambiente, formare relazioni sociali stabili; le malattie imperversano, la sofferenza è la regola.

La storia purtroppo non finisce qui: dopo lo svezzamento e la vita resta da descrivere solo la morte (lavorazione e macellazione) ma questo sarà oggetto del mio prossimo post. Chi pensa, come ingenuamente avevo fatto io, che la morte rappresenti un sollievo per queste povere bestie, obbligate ad una vita dolorosa e infame, scoprirà che si sbaglia.

Allego dei video e vi invito davvero a guardare. Tutto quello che è stato scritto fin qui rappresenta il funzionamento base di un qualsiasi allevamento intensivo di galline ovaiole; purtroppo in questi posti infernali accade dell'altro. La violenza quotidiana inflitta dai lavoratori su questi animali è pietrificante; guardate per capire a cosa mi riferisco.

http://laverabestia.org/play.php?vid=184
http://laverabestia.org/play.php?vid=922

La tortura non abbasserà i costi delle uova prodotte, non le renderà più buone, più grandi, più proteiche, più povere di colesterolo. Non esiste una giustificazione per tutto ciò, non si può difendere il sistema, non si può pensare di essere UMANI se si partecipa (direttamente o indirittamente) a questo orrore.


Da "se niente importa - Jonathan Safran Foer" a proposito delle gabbie di batteria:
"Entra mentalmente in un ascensore affollato, un ascensore così affollato che non riesci a girarti senza sbattere (esasperandolo) contro il tuo vicino. Un ascensore così affollato che spesso rimani sollevato a mezz'aria. Il che è una specie di benedizione, perché il pavimento inclinato è fatto di fil di ferro che ti sega i piedi.
Dopo un po' quelli che stanno nell'ascensore perderanno la capacità di lavorare negli interessi del gruppo. Alcuni diventeranno violenti, altri impazziranno. Qualcuno, privato di cibo e speranza, si volgerà al cannibalismo. Non c'è tregua, non c'è sollievo. Non arriverà nessun addetto a riparare l'ascensore. Le porte si apriranno una sola volta, al termine della tua vita, per portarti nell'unico posto peggiore
".

Riflettete.

CONTINUA...

[1] http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/allevamento_avicolo/intro.pdf
[2] http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/fl20060820rp.html
[3] http://www2.vet.unibo.it/staff/luca.sardi/aviconiglicoltura/6%20-%20Produzione%20delle%20uova%20da%20consumo.pdf
[4] http://www.oltrelaspecie.org/viaggioallevamenti.htm
[5] http://www.lav.it/uploads/13/3820_4898_BROCHURE_POLLI.pdf
[6] http://www.medicinenon.it/modules.php?name=News&file=print&sid=34
[7] http://www.newsfood.com/q/c8a72e38/tuorlo-ben-rosso-merito-del-colorante/
[8] http://www.efsa.europa.eu/it/scdocs/doc/1503.pdf

domenica 30 maggio 2010

Fermiamo Green Hill


Una collina verde, questo dovrebbe essere Green Hill. La collina esiste davvero ed è anche ricoperta di un manto erboso di degno rispetto. Dimenticate però le mucche al pascolo, i prati immensi, i ruscelli, le case dei contadini. Dimenticate tutte le immagini suggerite dal nome Green Hill. Prendete i prati, costruiteci sopra dei capannoni chiusi, asettici, senza finestre, senza luce naturale, senza aria. Riempiteli di gabbie e in ognuna di esse immaginate dei cani di razza Beagle; 2500 cani adulti, più le varie cucciolate. Questa è la popolazione che vive a Green Hill. Nessuno di questi animali conoscerà l'amore di una famiglia, di un padrone, nessuno riceverà l'affetto, le cure e la compagnia di cui avrebbe bisogno. Da questo allevamento non escono i cani che riempiono d'amore le nostre case; 250 Beagle ogni mese lasciano la verde collina che li ha fatti nascere per finire negli stabulari, tra le mani dei vivisettori e sui tavoli operatori. A Green Hill i cani nascono per morire, condannati dal principio alla più spietata tortura e sofferenza.
Green Hill è un'azienda che "produce" cani per la vivisezione; una perversione raccapricciante, senza utilità, senza fini. La sperimentazione sugli animali non è progresso, non è ricerca, non è salvezza per la specie umana.
Tra i clienti di Green Hill ci sono i laboratori universitari, aziende farmaceutiche rinomate e centri di sperimentazione come il famigerato Huntington Life Scienzes in Inghilterra, il più grande laboratorio di tortura animale in Europa.
Da alcuni anni Green Hill è stata acquisita da un’azienda americana, la Marshall Farm Inc. Marshall è un nome tristemente noto in tutto il mondo in quanto è la più grande “fabbrica” di cani da laboratorio che esista. Il beagle Marshall è addirittura uno standard di varietà.
I cani di Marshall vengono spediti via aereo in tutto il mondo, ma con l’acquisto di Green Hill come sede europea e la costruzione di un enorme allevamento in Cina, Marshall sta portando avanti un piano di espansione e di monopolio del mercato.
Per un prezzo dai 450 ai 900 euro si possono comprare cani di tutte le età. Chi è disposto a pagare di più può comprare anche una madre gravida. 
Green Hill e Marshall Farm inoltre offrono ai propri clienti trattamenti chirurgici su richiesta, tra cui il taglio delle corde vocali (altrimenti i cani con i loro guaiti disturberebbero i vivisettori a lavoro) o l’asportazione di alcune ghiandole. Per Green Hill e Marshall Farm gli animali sono solamente merce, oggetti da far riprodurre e vendere, senza il minimo scrupolo sul dolore e la sofferenza, psichica e fisica, che andranno a subire.

Gli orrori della vivisezione






L’utilizzo degli animali nella ricerca scientifica è un aspetto di cui istituzioni, industrie e addetti ai lavori parlano poco e sempre mal volentieri, tacendo o mentendo sulle modalità con cui si effettuano gli esperimenti, sul perché vengono realmente eseguiti e sulle conseguenze che questi provocano agli esseri usati come cavie.
Molti pensano che oggi la vivisezione, intesa come pratica in cui i cani venivano legati per mezzo di cinghie ai tavoli operatori e poi vivisezionati, non esista più. Purtroppo non è così: semplicemente oggi sono stati coniati alcuni sinonimi per confondere le idee; "sperimentazione animale", "ricerca in vivo" sono solo alcune delle espressioni con cui si tenta di nascondere le torture ignobili subite ogni giorno, in ogni parte del mondo, da esseri senzienti capaci di provare emozioni, dolore, paura; tutto questo in nome di un finto progresso che cela, dietro le belle parole degli addetti ai lavori che promettono cure per le malattie e prodotti per il nostro benessere, solo tanta terribile sofferenza.

Gatto con elettrodo

Esperimento sul cervello di un gatto immobilizzato in un apparecchio di contenzione


Questo tipo di ricerca non riguarda solo il campo medico: tutti i moderni prodotti chimici, farmaci, cosmetici, pesticidi, additivi, prodotti per l'igiene della casa, per la cura della persona etc… devono essere testati per legge sugli animali prima di essere commercializzati. Queste povere creature vengono costrette ad ingerire o a respirare una sostanza, o a resistere alla sua applicazione negli occhi o sulla pelle nuda, cosicché i ricercatori ne possano analizzare le bruciature, le infezioni e gli avvelenamenti che essa provoca. Intossicati da ciò che in futuro troveremo sullo scaffale del supermercato, sottoposti volutamente a  traumi fisici e psicologici o a operazioni chirurgiche con la speranza di trovare qualche cura estendibile poi agli umani; oppure costretti al digiuno, decerebrati, ustionati, mutilati, colpiti da scariche elettriche o a qualsiasi altro tipo di tormento possa essere considerato utile o perlomeno sul quale valga la pena cimentarsi in una qualche ricerca…. Così soffrono e muoiono nel silenzio e nell’indifferenza più generale circa un milione di animali ogni anno in Italia, quasi tremila ogni giorno, imprigionati nei 500 laboratori che sono autorizzati a detenere animali per la ricerca scientifica, siano essi istituti privati o pubblici, industrie o università.
Le cifre globali sono spaventose: nel mondo un numero compreso tra i 300 e i 400 milioni di animali ogni anno subisce esperimenti di ogni tipo.

Le specie utilizzate sono moltissime: topi, ratti, gatti, cani, primati, porcellini d'India, mucche, suini, cavalli, pecore, capre, piccioni, conigli, furetti, rettili, pesci, uccelli…


Esperimento di parabiosi


Non voglio descrivere adesso nel dettaglio l'orrore della vivisezione perché penso che l'argomento sia delicato e meriti un approfondimento maggiore. Insisto però su un punto: la vivisezione non ha intenti, non produce benessere, non fornisce la giusta soluzione per ogni risposta: l'unico fine è il profitto economico; gli animali sono alibi legali per le industrie che verranno citate in tribunale per danni per aver commercializzato un prodotto dannoso; sono la strada più facile per la carriera di ricercatori universitari senza scrupoli, sempre ben disposti a pubblicizzare nuovi studi sugli animali.

I vivisettori si difendono chiedendo "preferisci salvare un topo o un bambino?", per colpire l'emotività delle persone che non sanno cosa sia la sperimentazione animale e quanto sia effettivamente inutile. Ma la vivisezione, ammazza il topo e fa diventare cavie noi e nostri figli, questa è la realtà dei fatti.

Questi laboratori sono solo l'ultimo anello di una catena di dolore e sofferenza che inizia in luoghi dove vengono allevati animali destinati alla vivisezione; luoghi come Green Hill.
La campagna "Salviamo i Cani di Green Hill" è portata avanti da attivisti antispecisti slegati da ogni realtà partitica o istituzionale e noi possiamo e dobbiamo dare tutto il nostro sostegno, per combattere questo allevamento, per riattivare il fronte di lotta alla vivisezione in Italia.


Beagle ucciso all'interno del laboratorio Covance (Germania)
http://www.fermaregreenhill.net/wp/?page_id=85

Giovedì 10 Giugno, a Milano, è previsto un presidio davanti alla sede ASL Regionale per chiedere che venga applicata la Legge Regionale16/2006, vigente in Lombardia, che decreta che negli allevamenti di cani sul territorio non vi debbano essere più di 200 esemplari. Green Hill ne ha 2500. Diffondiamo la partecipazione a questa manifestazione. Nelle grandi città italiane si stanno organizzando partenze collettive per andare a Milano. Anche chi non volesse o non potesse prendere parte fisicamente alla manifestazione può comunque far sentire la sua voce; visitate il sito del coordinamento per la campagna contro Green Hill www.fermaregreenhill.net dove troverete informazioni utili sulla vivisezione e sul contributo che ognuno di noi può dare per questa battaglia.

Non lasciamo morire questi animali soli nel silenzio e nella sofferenza. Combattiamo per i loro diritti, per la loro vita, per la loro libertà.


I loro occhi non sono poi così diversi dai nostri. Per favore, riflettete.

Per ulteriori informazioni:
http://www.fermaregreenhill.net
http://www.oipaitalia.com/vivisezione.html

Se volete VEDERE http://laverabestia.org/index.php, basta cercare vivisezione in alto a destra.

martedì 18 maggio 2010

Conosci i tuoi polli? - II PARTE

...SEGUE
BROILER: VITA E OPERE
Cinquanta miliardi.
E’ il numero di polli prodotti ogni anno per un peso complessivo di circa 86.772.000 tonnellate[1] (i dati si riferiscono al 2007 ma dal rapporto emerge chiaramente che la produzione è in aumento); tre sono le compagnie multinazionali che controllano oltre il 90% della produzione mondiale, 690.000 tonnellate di carne prodotte solo in Italia e destinate al consumo interno[2].

I broiler sono il gioiello più avanzato dell'ingegneria genetica, una selezione finalizzata a diminuire i tempi e i costi di produzione. Un broiler moderno ha un tasso di crescita quattro volte superiore ad una gallina ovaiola e raddoppiato rispetto ad un pollo della stessa razza di trenta anni fa: supera i 2 kg di peso in 29 giorni[3] (un pollo che razzola per l'aia impiega 3 mesi o anche più, a seconda della razza, a raggiungere lo stesso peso[4]).

Crescita delle galline ovaiole e dei broiler a confronto

http://www.lav.it/uploads/13/3820_4898_BROCHURE_POLLI.pdf

Per rispondere alle esigenze di mercato la crescita del broiler non è omogenea: è stato incrementato lo sviluppo del petto (costituente il 18% del peso totale) che risulta sproporzionato rispetto a zampe ed ali, meno sviluppati perché meno richiesti dal consumatore. Il cavallo di battaglia del broiler è però il rapporto cibo - peso: nel 1976 erano necessari 2,500 kg di mangime per ogni kg di carne; oggi ne bastano solo 1,660. I broiler vengono allevati a terra in grossi capannoni che contengono dai 20.000 ai 30.000 capi per ciclo produttivo. La temperatura è mantenuta costante grazie alla ventilazione forzata, l'acqua e il cibo sono forniti automaticamente da serbatoi auto-dosanti appesi al tetto. Ogni metro quadro è affollato da circa 33 kg di carne di pollo fino ad arrivare, in particolari condizioni, a densità di 42kg/m3[5]. Lo spazio utile per ogni pollo è inferiore ad un foglio A4.



La maggior parte dei broiler viene allevata al chiuso, senza finestre ed esposta a luce artificiale fino a 23 ore al giorno.
I polli regolano il loro ciclo vitale sull'alternarsi di luce e buio: durante il giorno sono attivi e vanno alla ricerca di cibo, di notte riposano. Stravolgendo il ciclo giorno/notte mediante l'utilizzo di luce artificiale si sconvolgono i loro comportamenti: l'illuminazione continua favorisce una più assidua assunzione di cibo (così ingrassano) mentre una più bassa intensità luminosa dissuade gli animali dal movimento (così ingrassano ancora di più). Negli allevamenti intensivi le ore di buio vere e proprie sono 1-2 al giorno e questo causa gravi disturbi del sonno: i polli dormono poco e male. La mancanza di sonno debilita ulteriormente l'animale e riduce la sua capacità di affrontare situazioni stressanti. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che l'illuminazione costante causa cecità e buphtalmos (ingrandimento e fuoriuscita dell'occhio) già intorno ai 10 giorni di vita. La vista è un senso molto sviluppato nel pollo e queste anomalie non possono che avere un impatto negativo sulla sua salute complessiva.

La selezione genetica è la causa principale di molte patologie che colpiscono i polli; le alterazioni bioritmiche imposte causano immensi problemi all’animale. Durante la crescita accelerata la struttura ossea non riesce a rinforzarsi adeguatamente: le ossa si piegano, le articolazioni cedono. Molti animali non riescono a camminare: sono deformi, provano dolori lancinanti alle zampe, per muoversi sono costretti a strisciare tra gli escrementi che ricoprono l'intero pavimento in cemento (la pulizia del capannone avviene solo a fine ciclo, per dare il "benvenuto" ai nuovi arrivati).

Questi polli, così poveri di salute, passeranno i 3/4 della loro vita immobili, prigionieri di un corpo innaturale e del poco spazio a disposizione. In questi allevamenti le temperature sono sempre elevate, specie nei mesi caldi, a causa della luce artificiale ininterrotta e delle deiezioni che si accumulano. Ogni estate lo stress da caldo miete le sue vittime: migliaia di polli trovano la morte, altri solo sofferenza. Le deiezioni producono ammoniaca che, abbondantemente presente nell’aria insieme ad alti tassi di umidità e biossido di carbonio, provoca negli animali infiammazioni interne, esterne e ascessi. Stretti l'uno contro l’altro, stressati e malati, i polli finiscono per beccarsi violentemente a vicenda causandosi gravi ferite fino ad arrivare al cannibalismo. In questi ambienti caldi, umidi, sporchi e ricchi di vapori tossici, le lesioni si infettano con batteri e funghi - particolarmente con Escherichia coli - aggravando lo stato di sofferenza dell’animale. La mancanza di una crescita armoniosa provoca patologie cardiache e asciti. La sindrome della morte improvvisa (SMI), malattia nota solo all'interno degli allevamenti intensivi, è una delle principali cause di decesso dei polli in Europa con un’incidenza che varia dallo 0,1% al 3%. La SMI, definita anche “flip-over” è un collasso cardiaco acuto. I sintomi sono improvviso e vigoroso sbattere d’ali, contrazioni muscolari, perdita dell’equilibrio; il volatile cade di schianto e muore. Una concausa della SMI potrebbe essere la luce costante che impedisce al broiler la necessaria dose di riposo. L’ascite è una patologia che provoca un rigonfiamento dell’addome dovuto alla formazione di liquido ed è la causa principale di morte per i broiler (si stima che circa il 4,7% di quelli allevati intensivamente a livello mondiale ne sia affetto). A causa della rapida crescita del volatile, la parte destra del cuore si allarga per consentire un "aumento del trasporto sanguigno”. In una reazione a catena il respiro si fa più rapido, i polmoni si congestionano, le funzioni epatiche ne risentono, l’addome si gonfia di liquido ed aumenta il rischio di insufficienza cardiaca. Negli stadi avanzati i volatili non sono più in grado di raggiungere gli abbeveratoi. In genere la morte è preceduta da una lunga agonia ed è probabilmente il risultato della disidratazione, dell’inedia, del collasso respiratorio e cardiaco[6].




Il primo filmato è stato girato clandestinamente da Animal Aid. Tutti i video che documentano le condizioni di vita negli allevamenti intensivi sono stati girati nella totale segretezza.
Questa è la prassi. Provate a visitare un allevamento intensivo; nessuno vi aprirà le porte. L'indagine svolta nel 2008 mostra la crescita dei broiler in un tipico allevamento di 30.000 capi: la prima visita mostra i volatili a 10 - 12 giorni, poi a 20, 26 e infine a 39, tre giorni prima della macellazione. Osservate la rapida crescita di queste povere bestie, la diminuzione del loro stato di salute, l'aumento dei capi che muoiono, la progressiva mancanza di spazio. Nella parte iniziale del video i broiler si muovono quasi con naturalezza, a 39 giorni sono tutti immobili. La ragazza che compare nel filmato si avvicina ad uno di loro con una ciotola con dell'acqua: il pollo non riesce a muoversi, non riesce a bere, non riesce a stare in piedi. Mangiare la loro carne è purtroppo un vostro diritto; poter bere e nutrirsi dovrebbe esserne uno dei loro.

Il secondo filmato è stato –clandestinamente, come il primo- girato da Compassion in World Farming. Nulla di nuovo rispetto al video precedente. La densità di polli è mostruosa, nessuno deambula come farebbe un pollo in natura. Nessuno riesce a stare in piedi; le zampe troppo magre, storte; il corpo troppo grande, pesante. Nessuno ha un piumaggio omogeneo, nessuno appare in salute, i morti sono troppi, i vivi sono tutti malati.

http://www.youtube.com/watch?v=4vimEBT4plc&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=j7--CB0-Xms&feature=related

Non possiamo far pagare agli animali un prezzo così alto in nome del "sapore". Non c'è nulla di giusto o di sostenibile in questa brutta storia. Allevare animali, macellarli e mangiarli è sufficientemente doloroso, farli vivere in questo modo vuol dire crudeltà. Solo terribile crudeltà.

CONTINUA...

[1] http://www.fao.org/docrep/012/i0680e/i0680e.pdf
[2], [6] http://www.lav.it/uploads/13/3820_4898_BROCHURE_POLLI.pdf
[3] http://www.veterinario2.it/Allevamento%20del%20broiler%20Fioretti.pdf
[4] http://it.wikipedia.org/wiki/Pollicoltura
[5] http://www.ermesagricoltura.it/var/portale_agricoltura/storage/file/Supp32_039_1244543612.pdf

lunedì 10 maggio 2010

Conosci i tuoi polli? - I PARTE

Chi nella propria vita ha pensato che polli e galline fossero proprio polli e galline ha peccato di superficialità.
Maggio 2002: polli già spennati, le novità in arrivo nel campo dell'alimentazione transgenica. Soffre meno il caldo, è meno grasso e soprattutto non necessita di una laboriosa opera di spennatura poiché è totalmente privo di piume[1]. Il povero pollo nudo nasce in un'università israeliana. I vantaggi sono evidenti: niente più uccelli morti per il caldo negli allevamenti intensivi e riduzione dei costi di lavorazione in fase di macellazione. Questo pollo ancora non è finito nei nostri supermercati ma sulle nostre tavole non troviamo di meglio.
Gli ultimi cinquant'anni ci hanno insegnato che adesso esistono due generi diversi di pollame, i polli da carne (o broiler, detti anche ibridi) e le galline ovaiole. Li chiamiamo ancora polli e galline, ma hanno corpi e metabolismi diversi, progettati per assolvere in maniera efficiente a funzioni differenti. Le galline ovaiole producono le uova (la loro produzione di uova è più che raddoppiata dagli anni trenta a oggi). I broiler producono carne. Le razze di pollo diffuse fino a qualche decennio fa sono oggi utilizzate solo in settori di nicchia o in allevamenti amatoriali. Per gli attuali allevamenti intensivi si utilizzano gli ibridi, specie nate nei laboratori di genetica applicata; i più utilizzati sono i Ross 308,708, PM3 (potete acquistare i vostri broiler di razza Ross sul sito http://67.20.64.230/ss/ross, vi mandano anche il manuale delle istruzioni) e i Cobb (i cui brevetti sono in mano alla The Cobb Breeding Company LTD: visitate il sito http://www.cobb-vantress.com/Products/Cobb500.aspx, potreste trovarlo divertente). Grazie a tecniche di manipolazione genetica, i polli da carne sono stati indotti a crescere più del doppio in meno della metà del tempo (il loro tasso di crescita giornaliero è aumentato all'incirca del quattrocento per cento [2]. I nostri nonni ricordano un pollo con un'aspettativa di vita di 7-10 anni. Noi ricorderemo i broiler che vengono macellati verso le 6-7 settimane e non solo per una strategia di mercato; di più non potrebbero vivere nemmeno se lo volessero, sono stati progettati per morire giovani.

LO SVEZZAMENTO
I miliardi di broiler e galline ovaiole allevati oggi dall'industria alimentare nascono orfani. La chioccia è stata sostituita dalle più moderne ed efficienti incubatrici.
Negli allevamenti di galline ovaiole i pulcini maschi (statisticamente la metà), non destinati dall'uomo a diventare carne e non predisposti dalla natura a produrre uova, vengono letteralmente distrutti. Alcuni di questi sono risucchiati da una serie di condutture per finire su una piastra elettrificata dove trovano la morte. Altri vengono eliminati in modi diversi, ed è impossibile dire quali siano i più fortunati. Alcuni vengono gettati e lasciati morire in grossi contenitori di plastica; i più deboli vengono spinti sul fondo dove soffocano lentamente, i più forti soffocano in cima. Altri vengono triturati vivi in un tritacarne. Altri ancora muoiono schiacciati in apposite macchine per essere trasformati in farine animali per allevamenti o in fertilizzanti[3]. Tortura che passa per normalità.

Pulcini gettati nella spazzatura

http://www.goveg.com/photos_chickens.asp

Ai pulcini femmina, destinati alla produzione di uova, viene immediatamente effettuato lo sbeccamento, ovvero l'amputazione del becco. Questi animali, una volta inseriti nel ciclo produttivo, vivranno all'interno di piccole gabbie sovraffollate, in condizioni di disagio, malattia, frustrazione, noia, e svilupperanno atteggiamenti aggressivi nei confronti delle loro vicine, fino ad arrivare a veri e proprio fenomeni di cannibalismo. Nel tentativo di porre fine alle lesioni causate da questo comportamento profondamente "antisociale", piuttosto che agire sulle cause dello stress, gli allevatori amputano il becco alle galline. Il giorno dopo la nascita il becco, ricco di terminazioni nervose e di numerosi recettori sensibili al dolore, viene tagliato con una lama rovente o con apposite macchine simili alle ghigliottine. Alcuni allevatori sostengono che la pratica sia indolore, ma una commissione di esperti del governo britannico, sotto la guida dello zoologo professor F. W. Rogers Brambell, designata per investigare all'interno dell'allevamento intensivo, trovò invece che: fra il corno e l'osso c'è un sottile strato di tessuto leggero altamente sensibile, che assomiglia alla "parte viva" dell'unghia umana. Il coltello caldo usato per la spuntatura del becco passa attraverso questo insieme di corno, osso e tessuto sensibile, causando forte dolore[4]. Tale procedura è così dolorosa che molti pulcini muoiono per shock. Inoltre, quest’operazione lascia spesso scoperti terminali nervosi presenti nel becco, determinando così un dolore continuo per tutta la vita dell'uccello[5].
Con il becco mutilato la gallina non è più in grado di deambulare in modo stabile, mangiare, bere, pulirsi normalmente. L'operazione di sbeccamento viene eseguita da semplici operai in successione su numerosissimi pulcini, ovviamente senza anestesia. Non di rado per amputare il becco si finisce per ferire anche la lingua dell'animale. L'amputazione viene ripetuta più volte nella vita di queste povere creature poiché il becco, mutilato in soggetti molto giovani, tende a riformarsi[6].




L'apocalisse dei pulcini: così è noto sul web questo filmato http://www.tvanimalista.info/video/allevamenti-macelli/produzione-uova-pulcini/ (per chi preferisse il reportage originale http://www.mercyforanimals.org/hatchery/). Nessuna scena truculenta, nulla che turberà i vostri sonni; ve lo garantisco, potete stare tranquilli. Il reportage è stato ripreso con una telecamera nascosta nello stabilimento di incubazione Hy-Line International nello stato dell'Iowa. Per due settimane gli investigatori dell'associazione Mercy For Animals hanno documentato la crudeltà sistematica cui sono sottoposti i pulcini in questo genere di stabilimenti: 150 mila pulcini maschi vengono triturati vivi ogni giorno, in un solo stabilimento.

La sofferenza è profonda, il dolore incurabile. Queste povere creature innocenti, distrutte in modo ignobile, sono in realtà le più fortunate; i pulcini destinati a diventare broiler o ovaiole rimandano per adesso il momento della morte e si preparano ad inaugurare la loro lunga vita di orrore, agonia e crudeltà.

CONTINUA...

[1] http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=21989
[2] http://www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/journal.pone.0001545
[3] http://www.saicosamangi.info/animali/galline.html
[4] http://www.msmary.edu/inside/academic-departments/philosophy/tolle-lege/TL2008_final.pdf
[5] http://www.oltrelaspecie.org/download/la-realta-negli-allevamenti-intensivi.pdf
[6] http://www.upc-online.org/winter07/debeaking.html

domenica 2 maggio 2010

Nel nome di Dio

Se fossi Dio, di tutto questo mi offenderei
Leonardo Sciascia - Candido

Che le prescrizioni alimentari religiose siano numerose non è una novità: i cattolici non mangiano carne i venerdì di quaresima; gli induisti si astengono dalla carne bovina; gli ebrei considerano impuri equidi, suini, scimmie, rettili; i musulmani hanno il divieto di alimentarsi con carne di maiale.

Forse meno noto è l'impiego di tecniche di macellazione rituale presso ebrei e musulmani. Nell'ordinamento dell'Unione Europea è stabilito che la macellazione debba essere effettuata previo stordimento dell'animale, al quale deve seguire la morte rapida del soggetto. Lo stordimento può essere effettuato grazie all’impiego di differenti tecniche fra le quali l’utilizzo di una pistola a proiettile captivo e l’eletronarcosi. Nelle religioni ebraica e musulmana, il principio dello stordimento come metodo per limitare la sofferenza dell'animale viene in contrasto con quanto stabilito dai testi sacri. Infatti, secondo il Corano e la Torah, l'animale può essere ucciso solo quando è ancora vigile attraverso lo sgozzamento (iugulazione) e il conseguente dissanguamento. La macellazione degli animali, inoltre, deve avvenire seguendo un iter specifico diverso in funzione della religione considerata.

Da wikipedia:
La torah prescrive norme assai precise per la macellazione di animali terrestri e uccelli, mentre non pone regole sulla macellazione dei pesci. In sostanza, la macellazione rituale viene definita nei dettagli con lo scopo evidente, anche se non dichiarato, di:

&ensp macellare unicamente animali perfettamente sani;
&ensp ridurre per quanto possibile le sofferenze dell'animale;
&ensp privare rapidamente l'animale del sangue, che non può essere
&ensp consumato.

La macellazione avviene mediante resezione della giugulare (ndr: mediante l'impiego di un coltello dalla lama molto affilata) mettendo l'animale in posizione tale da ridurre al minimo lo stato di coscienza dopo la resezione.


Visto ciò, mi chiedo: possibile che, dopo centinaia di anni di progresso scientifico e tecnologico, non esista metodo migliore dell’uso della lama per ridurre le sofferenze dell'animale, come saggiamente prescritto dai testi sacri? Probabilmente ai tempi della Torah non si poteva fare altrimenti; adesso potremmo usufruire di mezzi diversi.
Possibile che queste macellazioni possano avvenire ancora oggi? Sì, possibile. L'Italia, con il decreto legislativo n° 333 del 1998, ha recepito la direttiva 93/119/CE sulla protezione degli animali durante l'abbattimento e la macellazione, nei quali allegati tecnici sono descritti i vari metodi di stordimento consentiti prima della macellazione. Purtroppo una deroga alla normativa consente l'uccisione per dissanguamento senza stordimento in ossequio alle prescrizioni sciaraitiche Dhabh (per la carne Halal) e al rito ebraico Shechitah (per la carne Kasher o Kosher).
Vediamo in dettaglio come è possibile "ridurre le sofferenze dell'animale" nella macellazione musulmana e in quella ebraica.


LA MACELLAZIONE RITUALE MUSULMANA
La religione islamica richiede ai suoi aderenti l’osservanza di prescrizioni alimentari sulla carne animale che trovano il loro fondamento nel Corano. I cibi consentiti vengono definiti “Halal”. Una delle prescrizione fondamentali concerne il divieto di cibarsi di animali uccisi senza il rispetto delle regole rituali relative allo sgozzamento. È fatto divieto nel Corano di alimentarsi di animali soffocati, uccisi a bastonate, morti accidentalmente, ammazzati a cornate o divorati da altri animali, salvo il caso che non siano stati finiti per sgozzamento. Alcune specie animali, inoltre, sono ritenute per sè impure (ad esempio il suino) e tali sono considerate, oltre alle carogne, le vittime sacrificali e gli animali macellati senza il rispetto delle regole relative allo sgozzamento ed al dissanguamento. La carne degli animali leciti (bovini, ovini, caprini, conigli, pollame), invece, è commestibile solo a condizione che essi siano stati macellati secondo le prescrizioni sciaraitiche. Il rito della macellazione islamica prevede che il macellatore sia musulmano, psichicamente sano, maschio o femmina. L’animale viene orientato con il capo verso la Mecca e sottoposto al taglio dei grossi vasi del collo, dell’esofago e della trachea, mediante l’impiego di un coltello dalla lama molto affilata. Il taglio non deve essere preceduto dallo stordimento dell’animale che deve essere cosciente e trattato con rispetto (accarezzato, tranquillizzato). Il taglio viene effettuato alla base del collo, se il collo è lungo (cammello, giraffa, struzzo, oca), o nella parte più alta dello stesso, se corto (bovini, ovini, caprini).Il coltello deve essere impugnato con la mano destra, mentre la sinistra tiene ferma la testa dell'animale.
Le zampe devono essere legate, ad eccezione di una posteriore lasciata libera affinché l'animale possa muoverla e scalciare per sfogare dolore e panico.
Il taglio della gola è solitamente preceduto dalla frase: “Nel nome di Dio, Dio è grande” (“Bismillâhi, Âllâhu âkbar”).
Se uno di questi precetti non è osservato, la carne dell'animale non è lecita.
La macellazione rituale musulmana ha lo scopo, tra l’altro, di effettuare un completo dissanguamento dell'animale. Il sangue, infatti, è una sostanza non ammessa come alimento nel Corano .

LA MACELLAZIONE RITUALE EBRAICA
Divieti analoghi a quelli prescritti nel Corano sono presenti anche nella religione ebraica. Il cibo permesso viene definito “Kosher”. Sono Kosher le carni dei quadrupedi che hanno l'unghia fessa e che ruminano (per esempio il vitello, ma non il maiale o il coniglio). I volatili sono quasi tutti leciti, salvo i rapaci. Sono illeciti tutti gli animali che strisciano o hanno contatto stretto con il suolo (per esempio il topo, il serpente, le lucertole e gli insetti, ad esclusione di alcune cavallette permesse in particolari zone).
Gli animali leciti devono arrivare ai macelli ancora vivi per garantire che siano uccisi secondo quanto stabilito nella Torah. Il rito della macellazione viene eseguito da un funzionario, detto Schochet, autorizzato da una commissione di Rabbini.
Per uccidere una vaccina occorre rinchiuderla in un contenitore tipo Cincinnati, in posizione verticale, sospinta verso l'alto in modo che la testa resti bloccata in avanti. Dalla base si eleva una piattaforma a sostenere la parte posteriore del corpo e la testa viene tenuta sollevata da un altro elevatore mobile. Dopo il taglio, lo sportello scorrevole viene alzato, una zampa posteriore bloccata e l'animale sollevato verticalmente (l'immagine che allego, visibile all'indirizzo http://www.pcnat.it/Macellazione%20Rituale.pdf, dovrebbe aiutarvi a capire).


Una volta morto e appeso, viene praticato all'animale un taglio sulla parete addominale e sul diaframma; l'ispettore ebraico inserisce il braccio per tutta la sua lunghezza nel petto, controllando che non vi siano segni di anomalie. Se la supervisione dei danni dà esito positivo, l'intera carcassa viene respinta come trefar (ndr: ovvero come carne non commestibile per gli ebrei).
La carne della sezione anteriore dell'animale sino alla undicesima vertebra viene separata e marchiata; le parti posteriori non sono ritenute edibili a meno che siano private di arterie, nervi sciatici e linfatici. Questo tipo di carne viene successivamente venduta per uso comune.
Lo shackling and hoisting è un altro metodo usato nella macellazione rituale ebraica nel quale un animale perfettamente cosciente viene legato con una catena per la zampa posteriore (shackling) e quindi issato in aria (hoisting). L'animale rimane appeso capovolto, spesso per minuti, prima di essere macellato.

Vista la limitata capacità descrittiva delle parole, allego un filmato che dovrebbe chiarirvi l'idea su cosa intendano precisamente per "limitare quanto possibile le sofferenze dell'animale".

href=https://secure.peta.org/site/Advocacy?cmd=display&page=UserAction&id=3052

Per maggiore chiarezza:

href=http://laverabestia.org/index.php.

-in alto a destra scrivete kosher, premete su cerca video e guardate-

VIVA! (Vegetarians International Voice for Animals!) è riuscita ad ottenere filmati sulla macellazione di rito ebraico di due mucche.
La testa della prima mucca viene sollevata da un elevatore. Le due narici pulsanti, gli occhi dilatati dal terrore, forte salivazione. L'operatore recide la gola della mucca che tenta di evitare illusoriamente la lama con uno spasmodico movimento muscolare. La contrazione facciale mostra grande sofferenza... L'animale non collassa subito. La seconda mucca viene colpita dalla lunga lama con tre fendenti prima che il sangue schizzi fuori; viene quindi rimosso l'elevatore dal mento ma l'animale non collassa. Visibilmente conscio mentre il sangue sgorga dalla ferita. Gli occhi vigili, le orecchie si muovono e tiene la testa verticalmente. La pistola captiva (peraltro vietata nella macellazione rituale) viene usata dopo trenta secondi. Evidentemente in modo errato perché l'animale non collassa. Dopo cinquanta secondi tenta ancora di tenere sollevata la testa senza supporto e qui termina il filmato.

Il Consiglio per il Benessere degli Animali da Allevamento (FAWC) è un organismo governativo inglese di consulta istituito nel 1979 dal MAFF (ndt: equivalente al nostro Ministero per le Politiche Agricole). I suoi funzionari hanno visitato sei mattatoi di animali per la produzione di carne rossa e sette mattatoi di pollame, alcuni di questi per due volte. Le visite degli ispettori erano tutte pre-organizzate tali da consentire di predisporre una maggiore applicazione delle procedure di legge. Malgrado ciò, i risultati furono deludenti. Nel mattatoio musulmano le operazioni risultarono molto variabili. Talvolta la testa dell'animale era quasi tranciata del tutto; in altri casi la lama non perfettamente affilata era causa di una maggiore e prolungata agonia, terrore e sofferenza. Il singolo taglio trasversale, sovente descritto come taglio netto dagli Ebrei, è in realtà un fendente avanti-e-indietro. Persino alla presenza degli osservatori, l'addetto ebraico all'operazione (Shochet) effettuò ben sette colpi avanti-e-indietro, a mo'di azione segante, "in evidente contrasto con l'addestramento di Shochet". Incredibilmente, l'Associazione Medica Islamica sostiene che il taglio della gola di un bovino, in termini di dolore, è diverso solo di poco da quello di un uomo che si taglia mentre si sbarba! Gli animali, dopo il taglio della gola, spesso venivano legati per le zampe troppo presto e la stessa cosa accadeva quando, ancora reattivi, li sollevavano con l'argano. L'esame della cavità toracica sovente aveva luogo molto prima dello scadere di un minuto dal taglio della gola. Ciò significa che la mano affondava nel corpo MENTRE L'ANIMALE ERA VIVO. In un mattatoio musulmano, le teste dei polli venivano immerse nella vasca d'acqua dove il voltaggio elettrico era deliberatamente basso in modo che gli animali non fossero morti - per definizione non erano storditi. Avevano subìto una dolorosa scossa elettrica e, ancora pienamente coscienti, veniva loro tagliata la gola.

Numerose sono le voci autorevoli di entrambe le religioni monoteiste che dissentono sulle procedure di lento dissanguamento con la recisione delle arterie carotidee, le vene giugulari, l'esofago e la trachea, senza previo stordimento. Il comitato sulla legge e gli standard ebraici (CJLS: Committee on Jewish Law and Standards) rappresenta l'autorità centrale sull'Halakhah (ovvero sulla tradizione giuridica dell'ebraismo) per l'ebraismo conservativo. Il 20 settembre del 2000 ha approvato un articolo (che potete trovare all’indirizzo href=http://www.grandin.com/ritual/conservative.jewish.law.html) i cui autori sono il rabbino Elliot N. Dorff (Professore di teologia ebraica all'università ebraica in California e presidente del CJLS) e Joel Roth (rabbino americano membro della suddetta assemblea). Dal documento emerge chiaramente la posizione dei due rabbini: la macellazione effettuata attraverso il metodo dello shackling and hoisting è una violazione della legge ebraica poiché dimentica la crudeltà inflitta agli animali e per questo deve essere fermata.

Rafeeque Ahmed, musulmano dell'Associazione Vegan e Vegetariana, dice: «Pietà è uno dei doveri islamici ed è una delle qualità ascritte ad Allah». L'Islam implora i musulmani di essere compassionevoli verso gli animali e tutte le forme di vita. Nel suo pamphlet Îslâm and Vegetarianism (p. 24) Rafeeque Ahmed scrive: «Qualsiasi crudeltà verso gli animali è vietata in Islam». Gli Âhâdîths (ndt: Parole del Profeta) si oppongono decisamente alla vivisezione, di bastonare, marchiare a fuoco, avvelenare, maltrattare e agli sport sanguinari. Il Santo Profeta sarebbe grandemente rattristato nel vedere allevamenti in batteria in quanto ha detto: «È grave peccato per l'uomo imprigionare animali affidati al suo potere…». Da dove pensate che provenga la carne destinata alle macellazioni religiose? DAGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI. Una contraddizione in termini. I testi sacri non lo permetterebbero.

All'Agripocessors di Postville (il tutto è ampiamente documentato sul sito http://failedmessiah.typepad.com/), Iowa, uno dei mattatoi kosher più grandi del mondo, furono filmate bestie coscienti cui venivano sistematicamente strappati trachea ed esofago dalla gola tagliata e che, come conseguenza di macellazione approssimativa, venivano lasciate agonizzare fino a tre minuti, per poi essere colpite sul muso con pungoli elettrici. Guardate qui http://www.youtube.com/watch?v=VAU9DD24uUk e poi ditemi in quale punto della Torah devo andare a cercare questi abomini.

La PeTA chiede di firmare questa petizione: https://secure.peta.org/site/Advocacy?cmd=display&page=UserAction&id=3052. Io chiedo a voi di farlo. Non si tratta di diventare vegetariani, vegani, animalisti. L'uomo si prende la vita degli animali, li alleva come più gli fa comodo tra atrocità e orrori. La morte non può essere indolore per definizione però è un nostro dovere permettere, compatibilmente con i mezzi tecnologici a nostra disposizione, che sia breve e meno dolorosa possibile.
Ho fatto una prova: firmare questa petizione richiede circa 21 secondi. Scrivete nome, cognome, mail; togliete la spunta per sottoscrivere la newsletter della PeTA, se non siete interessati; fate click e il gioco è fatto.
Lo dovete alla carne che tanto amate, che prima di diventare una bistecca o una fettina panata era un animale come voi, come me. Con dei sentimenti, degli stati d'animo, delle paure, dei dolori che vengono dimenticati ogni giorno, in ogni parte del mondo, solo in nome del "buon gusto".
Per cucinarla sareste disposi a spenderci delle ore, per garantirle qualche piccolo diritto in più vi basteranno pochi secondi.
Un'ultima cosa. Non commettete l'errore di pensare, come molti fanno, che questi sono problemi che non ci riguardano. Quando andate ad acquistare carne al supermercato guardate in faccia la realtà: quel pezzo di carne proviene da un animale che, nella migliore delle ipotesi -e sono pochissimi quelli che hanno la fortuna di cavarsela con così poco-, è stato ustionato, mutilato e ucciso per qualche minuto di piacere dell'uomo.

Questo piacere giustifica questi mezzi?

Suppongo che tutti possano intuire la mia risposta. Io purtroppo conosco la vostra. Però, ripeto: la questione non è, almeno in questa circostanza, mangiare carne o meno ma scegliere di cibarsi di animali che hanno avuto una vita sana e una morte dignitosa.

Vi prego, riflette su quello che fate.

Un ultimo sforzo. Visitate la pagina http://www.facebook.com/pages/Macellazione-Rituale-disapprovando-la-macellazione-in-stato-cosciente/106881016009709 (è pubblica, non serve essere iscritti a Facebook), alla voce Info troverete due link a due petizioni che chiedono che la legge sulle macellazioni in Italia venga modificata, che lo stordimento previa macellazione diventi obbligatorio per tutti gli animali, anche per quelli destinati all'alimentazione kosher o halal. Servirebbero 50000 firme, ce ne sono meno di 1000.
E’ un segno di civiltà da parte vostra, almeno sulle cose semplici, sulle quali dovremmo essere tutti d'accordo. Per favore, firmate e diffondete.


Queste sono alcune delle fonti che ho usato, se volete ulteriori informazioni qui le troverete senza dubbio.
http://www.governo.it/bioetica/pdf/55.pdf
http://eprints.uniss.it/1599
http://www.governo.it/Presidenza/USRI/confessioni/normativa_interesse.html
http://fasan.aminews.net/articoli/nelnomedidio.php
http://www.olir.it/areetematiche/42/index.php
http://it.wikipedia.org/wiki/Macellazione
http://www.viva.org.uk/
http://www.peta.org/

Spero di non aver dimenticato nulla. Se avete dubbi o necessitate di chiarimenti chiedete pure, sarò felice di rispondere.

Grazie a Matteo, per la pazienza (quasi) infinita e per le correzioni.