lunedì 10 maggio 2010

Conosci i tuoi polli? - I PARTE

Chi nella propria vita ha pensato che polli e galline fossero proprio polli e galline ha peccato di superficialità.
Maggio 2002: polli già spennati, le novità in arrivo nel campo dell'alimentazione transgenica. Soffre meno il caldo, è meno grasso e soprattutto non necessita di una laboriosa opera di spennatura poiché è totalmente privo di piume[1]. Il povero pollo nudo nasce in un'università israeliana. I vantaggi sono evidenti: niente più uccelli morti per il caldo negli allevamenti intensivi e riduzione dei costi di lavorazione in fase di macellazione. Questo pollo ancora non è finito nei nostri supermercati ma sulle nostre tavole non troviamo di meglio.
Gli ultimi cinquant'anni ci hanno insegnato che adesso esistono due generi diversi di pollame, i polli da carne (o broiler, detti anche ibridi) e le galline ovaiole. Li chiamiamo ancora polli e galline, ma hanno corpi e metabolismi diversi, progettati per assolvere in maniera efficiente a funzioni differenti. Le galline ovaiole producono le uova (la loro produzione di uova è più che raddoppiata dagli anni trenta a oggi). I broiler producono carne. Le razze di pollo diffuse fino a qualche decennio fa sono oggi utilizzate solo in settori di nicchia o in allevamenti amatoriali. Per gli attuali allevamenti intensivi si utilizzano gli ibridi, specie nate nei laboratori di genetica applicata; i più utilizzati sono i Ross 308,708, PM3 (potete acquistare i vostri broiler di razza Ross sul sito http://67.20.64.230/ss/ross, vi mandano anche il manuale delle istruzioni) e i Cobb (i cui brevetti sono in mano alla The Cobb Breeding Company LTD: visitate il sito http://www.cobb-vantress.com/Products/Cobb500.aspx, potreste trovarlo divertente). Grazie a tecniche di manipolazione genetica, i polli da carne sono stati indotti a crescere più del doppio in meno della metà del tempo (il loro tasso di crescita giornaliero è aumentato all'incirca del quattrocento per cento [2]. I nostri nonni ricordano un pollo con un'aspettativa di vita di 7-10 anni. Noi ricorderemo i broiler che vengono macellati verso le 6-7 settimane e non solo per una strategia di mercato; di più non potrebbero vivere nemmeno se lo volessero, sono stati progettati per morire giovani.

LO SVEZZAMENTO
I miliardi di broiler e galline ovaiole allevati oggi dall'industria alimentare nascono orfani. La chioccia è stata sostituita dalle più moderne ed efficienti incubatrici.
Negli allevamenti di galline ovaiole i pulcini maschi (statisticamente la metà), non destinati dall'uomo a diventare carne e non predisposti dalla natura a produrre uova, vengono letteralmente distrutti. Alcuni di questi sono risucchiati da una serie di condutture per finire su una piastra elettrificata dove trovano la morte. Altri vengono eliminati in modi diversi, ed è impossibile dire quali siano i più fortunati. Alcuni vengono gettati e lasciati morire in grossi contenitori di plastica; i più deboli vengono spinti sul fondo dove soffocano lentamente, i più forti soffocano in cima. Altri vengono triturati vivi in un tritacarne. Altri ancora muoiono schiacciati in apposite macchine per essere trasformati in farine animali per allevamenti o in fertilizzanti[3]. Tortura che passa per normalità.

Pulcini gettati nella spazzatura

http://www.goveg.com/photos_chickens.asp

Ai pulcini femmina, destinati alla produzione di uova, viene immediatamente effettuato lo sbeccamento, ovvero l'amputazione del becco. Questi animali, una volta inseriti nel ciclo produttivo, vivranno all'interno di piccole gabbie sovraffollate, in condizioni di disagio, malattia, frustrazione, noia, e svilupperanno atteggiamenti aggressivi nei confronti delle loro vicine, fino ad arrivare a veri e proprio fenomeni di cannibalismo. Nel tentativo di porre fine alle lesioni causate da questo comportamento profondamente "antisociale", piuttosto che agire sulle cause dello stress, gli allevatori amputano il becco alle galline. Il giorno dopo la nascita il becco, ricco di terminazioni nervose e di numerosi recettori sensibili al dolore, viene tagliato con una lama rovente o con apposite macchine simili alle ghigliottine. Alcuni allevatori sostengono che la pratica sia indolore, ma una commissione di esperti del governo britannico, sotto la guida dello zoologo professor F. W. Rogers Brambell, designata per investigare all'interno dell'allevamento intensivo, trovò invece che: fra il corno e l'osso c'è un sottile strato di tessuto leggero altamente sensibile, che assomiglia alla "parte viva" dell'unghia umana. Il coltello caldo usato per la spuntatura del becco passa attraverso questo insieme di corno, osso e tessuto sensibile, causando forte dolore[4]. Tale procedura è così dolorosa che molti pulcini muoiono per shock. Inoltre, quest’operazione lascia spesso scoperti terminali nervosi presenti nel becco, determinando così un dolore continuo per tutta la vita dell'uccello[5].
Con il becco mutilato la gallina non è più in grado di deambulare in modo stabile, mangiare, bere, pulirsi normalmente. L'operazione di sbeccamento viene eseguita da semplici operai in successione su numerosissimi pulcini, ovviamente senza anestesia. Non di rado per amputare il becco si finisce per ferire anche la lingua dell'animale. L'amputazione viene ripetuta più volte nella vita di queste povere creature poiché il becco, mutilato in soggetti molto giovani, tende a riformarsi[6].




L'apocalisse dei pulcini: così è noto sul web questo filmato http://www.tvanimalista.info/video/allevamenti-macelli/produzione-uova-pulcini/ (per chi preferisse il reportage originale http://www.mercyforanimals.org/hatchery/). Nessuna scena truculenta, nulla che turberà i vostri sonni; ve lo garantisco, potete stare tranquilli. Il reportage è stato ripreso con una telecamera nascosta nello stabilimento di incubazione Hy-Line International nello stato dell'Iowa. Per due settimane gli investigatori dell'associazione Mercy For Animals hanno documentato la crudeltà sistematica cui sono sottoposti i pulcini in questo genere di stabilimenti: 150 mila pulcini maschi vengono triturati vivi ogni giorno, in un solo stabilimento.

La sofferenza è profonda, il dolore incurabile. Queste povere creature innocenti, distrutte in modo ignobile, sono in realtà le più fortunate; i pulcini destinati a diventare broiler o ovaiole rimandano per adesso il momento della morte e si preparano ad inaugurare la loro lunga vita di orrore, agonia e crudeltà.

CONTINUA...

[1] http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=21989
[2] http://www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/journal.pone.0001545
[3] http://www.saicosamangi.info/animali/galline.html
[4] http://www.msmary.edu/inside/academic-departments/philosophy/tolle-lege/TL2008_final.pdf
[5] http://www.oltrelaspecie.org/download/la-realta-negli-allevamenti-intensivi.pdf
[6] http://www.upc-online.org/winter07/debeaking.html

1 commento:

  1. Mi piace davvero molto come scrivi! non scadi mai nella retorica ne' nell'imparzialità, nonostante il terreno su cui hai deciso di muoverti tende molti tranelli in questa direzione! Hai un ottimo stile giornalistico!
    Non commento sull'aberrazione a cui è arrivato l'uomo per i propri profitti e per il proprio gusto, anche se di gusto credo sia difficile parlare ancora visto che la maggior parte di quello che ingurgita sotto il nome di gusto in realtà è solo chimica!

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